IL LATO UMANO DELLE AREE PROTETTE
L’espressione “Parco Naturale” evoca paesaggi selvaggi dove la presenza umana è ridotta a vaghe tracce e una Natura incontaminata regna ovunque. Luoghi come le pianure africane o le foreste degli Stati Uniti nord-occidentali per fare qualche esempio.
In gran parte d’Italia, comprensibilmente, la realtà dei
Parchi Naturali è leggermente diversa e il passaggio tra ambienti naturali e
artificiali è per forza di cose ben più sfumato: il nostro paese è stato per
millenni la patria di diverse civiltà che lo hanno modificato e coltivato, hanno
introdotto nuove specie vegetali, modellato il territorio secondo le loro
esigenze e stravolto le presenze faunistiche originarie.
Scindere l’aspetto naturale e quello umano in Italia sarebbe
impossibile e forse anche scorretto dal punto di vista naturalistico. Anche
siti apparentemente integri sono spesso di origine antropica; non è
difficile, ad esempio, passeggiare in un bosco o lungo le sponde di un habitat
umido senza rendersi conto che quell’ambiente è stato realizzato attivamente
dall’uomo che nei secoli passati ha piantumato alberi o regimato corsi d’acqua
secondo le sue necessità.
Le nostre aree
protette ospitano quindi, oltre a vari ecosistemi, anche testimonianze preziose
delle popolazioni che lì hanno vissuto e hanno creato culture uniche, antiche ma allo
stesso tempo vive ed in continuo mutamento e alo stesso tempo custodiscono un tesoro fatto di
borghi, opere d’arte, tradizioni culinarie e antichi riti.
Per provare a raccontare questa complessa realtà ho scelto 12
foto scattate in una delle zone protette dove questo connubio è più facile da
percepire, ovvero il Parco Regionale dei Colli di Bergamo, una piccola area
protetta che ingloba, per intero, il quartiere medioevale di Città Alta.
Le foto sono state scattate in una giornata di inizio autunno, precisamente il 17 settembre 2017, la stagione in cui le strette vie del borgo mostrano le loro atmosfere più calde e accoglienti. Quel giorno si stava inoltre svolgendo la settima edizione dell’evento “I MAESTRI DEL PAESAGGIO”, chiara testimonianza di come un luogo carico di storia possa aprirsi
UNA VISITA IN CITTÀ ALTA
LA PORTA DELLA CITTÀ
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1) Le antiche mura venete che circondano Città Alta fotografate in prossimità di Porta San Giacomo |
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2) Particolare |
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3) Teleferica a scopo ludico che sorvola le antiche mura venete, sempre in prossimità di Porta San Giacomo |
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4) Istallazione artistica legata all’evento “I Maestri del Paesaggio” |
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5) La biblioteca civica |
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6) Torre antica |
VARI SPUNTI FOTOGRAFICI LUNGO IL TRAGITTO DA PIAZZA VECCHIA VERSO COLLE APERTO
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7) Istallazione artistica luminosa presso Via Bartolomeo Colleoni |
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8) Tagliere di prodotti tipici presso un ristorante locale |
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9) Sant' Alessandro, patrono di Bergamo |
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10) Interni della chiesetta di San Salvatore |
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11) Particolare del laghetto dei nannuferi |
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12) Margherita settembrina (Symphyotrichum novi-belgii) in piena fioritura |
Tutte le immagini sono state realizzate presso Città Alta, uno storico quartiere bergamasco interamente compreso nel Parco Regionale dei Colli di Bergamo
…. E UNA SCAPPATINA VELOCE A CREMA
Come tutti i centri storici lombardi anche quello di Crema
merita una visita. Tra i tanti tesori che ospita ce n’è uno che mi aveva
particolarmente affascinato quando vi lavoravo.
Nel Duomo è presente un affresco dedicato ai Sette Dormienti di Efeso. Un’opera insolita per una chiesa italiana. I sette erano dei cristiani che durante le persecuzioni dell’imperatore Decio, trovarono riparo in una grotta. Scoperti vennero murati vivi e si addormentarono in attesa della morte. Vennero svegliati da un gruppo di muratori che abbatterono il muro con l’intento di trasformare la grotta in un ovile.
I dormienti scoprirono quindi di aver
dormito un miracoloso sonno durato duecento anni e cosa più bella per loro, che
il cristianesimo era divenuto la religione dell’Impero!














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